Ci vuole lentezza per l’amore

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Ci vuole lentezza per l’amore.

È la lentezza che serve per tessere e per costruire.

Ci vuole pazienza per l’amore.

La pazienza che ti permette di far bene le cose, di imparare, di osservare.

Ci vuole anche tanta umiltà per l’amore.

Quella che ti permette di chiedere scusa, di fare un passo indietro quando serve, di dimenticare.

Ci vuole coraggio, tantissimo coraggio per l’amore.

Per mettere in gioco le proprie sicurezze, per fidarsi anche quando non puoi prevedere cosa ti riserva il futuro, per mettere nelle mani di qualcun altro ciò che di più prezioso si ha, la propria vita e i propri sogni.

Ci vuole ottimismo per l’amore.

Perché ti guardi attorno e vedi un mondo dove dolore, odio e sofferenza spesso prendono il sopravvento. Allora ti dici e ti ripeti che è la vita l’antidoto più grande. E tu quegli anticorpi te li senti tutti in circolo, anche nelle giornate più buie e difficili.

Ci vuole generosità per l’amore.

Perché ogni volta che ami, o che vuoi bene a qualcuno, è come se mettessi in gioco un pezzetto di te stesso, donandolo. Perché non sempre il progetto che l’amore ha per la tua vita coincide con quello che hai in mente tu.

Nei cinque mesi in cui ti ho portato dentro di me, Vittoria, le sfumature dell’amore le ho provate tutte.

Sei stata il più grande atto di coraggio che potessi fare. E mi hai messo alla prova come mai mi era capitato nella vita.

Oggi ripensavo al dolore enorme e alla dolcezza e all’amore che ho provato quando ti ho partorito.

Potrei sembrare matta, perché il tuo parto è stato anche il momento in cui ho dovuto dirti addio. Ma ringrazio il cielo di averti potuto mettere al mondo così attraverso quel dolore profondo, che ha dato anche un senso a quello che ci stava succedendo.

Tu c’eri lì con me. Ti ho potuto abbracciare, toccare.

Sei passata attraverso me andando verso una luce nuova.

Certo avrei preferito con tutta me stessa tenerti qua, VIVA. Ma preferisco averti portato dentro, anche se per quei pochi mesi, piuttosto che non averti mai incontrato, non averti mai VISSUTO.

Ti voglio bene piccola mia.

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