Torno ancora con la mente a Frida Kahlo.
Le immagini dei suoi dipinti mi rimangono dentro. Sento il suo dolore, lo sento vicino. La sua arte dà voce a quello che provo, alle mie sofferenze così come le sue.
Ieri per esempio guardando alcune sue opere sono rimasta profondamente colpita da “Unos cuantos piquetitos“.
Una donna ferita a morte su un letto, un uomo che la osserva. Un corvo nero.

Ho letto subito la storia da cui é scaturito il dipinto.
La Kahlo rimase molto colpita dalla vicenda di un uomo che al processo per l’uccisione della moglie si giustifico dicendo che erano stati “Unos cuantos piquetitos“, ovvero solo qualche piccola pugnalata.
A prima vista senza leggerne la storia mi sono immedesimata in quella donna sul suo letto di morte. Forse perché mi sembrava una donna esausta, compatibile con la sofferenza che si ha al termine di un parto tragico.
Leggendo poi la critica al quadro ho scoperto che la Kahlo si era immedesimata in questa donna perché in quel momento della sua vita stava soffrendo per i ripetuti tradimenti del marito. Inoltre il tema del corpo violato dalla sofferenza fisica è sempre centrale nei suoi quadri, ovviamente correlato con la sua storia personale. Frida infatti ha dovuto, per tutta la vita, combattere con atroci dolori e menomazioni.
Forse per la prima volta in vita mia sto capendo davvero cosa significhi immedesimarsi in un’opera d’arte, rispecchiarsi e trovare conforto dal vedere rappresentato quel che si prova.
Ed è evidente il perché che mi stia accadendo osservando le immagini dipinte da una donna.
Solo una donna infatti può esprimere un certo tipo di dolore, la sofferenza intima e le ferite profonde che certe esperienze legate alla maternità possono lasciarti.
E quell’espressione “Unos cuantos piquetitos” per me corrisponde a chi non capisce quanto quelle pugnalate al cuore e al ventre che ho subito siano profonde, non sono guarite, ma anzi che sanguinano di continuo dentro di me, tanto che a volte mi pare che le ferite che ho siano più aperte oggi di tre mesi fa.
P.S.
A proposito del titolo di questo post. Stavo cercando una frase per San Valentino e mi è capitata sotto gli occhi questa frase di Frida Kahlo. E mi è piaciuta tantissimo. Forse perché mai come ora mi sento “spettinata” dalla vita. Forse perché mai come ora mi faccio domande su cosa mi riserva il futuro. Non so nulla, e non riesco ad immaginarmi nulla. Ma sono certa che voglio persone vicino che mi amino anche da spettinata.