Ci sono cose che fanno male.
Notti insonni in cui mi ritrovo a pensare cosa ne sarà di me, di noi.
E sotto il mio sorriso, lo metto al mattino e lo ripongo la sera, crescono angosce e paure che non pensavo neanche si potessero avere.
Ecco se dovessi ore esprimere un desiderio sarebbe quello di lasciare andare quelle paure.
Neanche la ragione riesce a guardarle in faccia. A volte gridano dentro di me, in altri casi sussurrano parole.
Emergono all’improvviso, in una immagine, in un istante, anche quando sono apparentemente serena.
Mi attraversano e mi lasciano lì. Guscio vuoto, senza parole, se non quelle lacrime che scorrono dentro, mentre il sorriso veste il mio aspetto esteriore.

(Questo quadro dovrebbe intitolarsi “Me muerdo pero no me como“, mi mordo ma non mi mangio).